Discorsetti
Girovagando alla ricerca delle radici storiche, ma non troppo remote della viticoltura Euganea, ho trovato un testo molto carino.
L’autore, col garbo proprio dei signori dell’800, riporta la sua esperienza diretta augurandosi che gli agricoltori possano trarne profitto. Uno spaccato di storia agricola dove l’aratro era ancora trainato dal bue e stranamente non si fa menzione della fatica.
Ecco cosa scriveva il Coppin della vite nel 1818
Il miglior modo onde propagare la vite sì è quello che si ottiene mediante le sue sementi fermentate nel vino. Le replicate esperienze ed osservazioni da me fatte mi hanno fatto conoscere che le viti nate dal seme, trapiantate e coltivate, danno un frutto migliore.
E ancora…
Alla vite non abbisogna di quella quantità di succo (acqua) per la sua vegetazione ch’è necessaria, generalmente parlando, per le altre piante. La ridondanza di questo le fa soffrire dei ristagni, che a pari circostanze non soffrono le altre piante. Egli è perciò che la vite vegeta, prosperosa, anche nei terreni lì più sterili, ed ove questi siano composti di pietruzze, sabbia, ghiaia, umidi che siano, produce un frutto eccellente.
Da questo principio derivano i vari metodi di coltivarla relativamente alla qualità del suolo ove esiste. Se il terreno sarà depresso, grasso ed umido si lasceranno alla vite tutti i suoi fili o cai (tralci), e si abbandoneranno a guisa dell’Edera rampicanti su per li rami dell’albero marito, così la vite potrà sfogar tutto l’umore ridondante che può trarre dal suolo, ed essere dominata dall’aria e dal sole.
Se il terreno sarà leggero e sterile, e dominato dal sole in allora le si lasceranno pochi fili, ed i migliori, e si tenderanno poco sopra terra, in tal maniera si avrà riguardo alla sterilità del suolo, e lo si proteggerà colle frondi della vite dal calore del sole, e questa da riflesso di quelli.
Nei terreni di qualità ed esposizione intermedia alle due sopraccennate si dovrà coltivare con una regola che sia tra le due esposte.
Tali avvertenze sono necessarissime. Si avrà eziandio attenzione, che possibilmente i fili della vite siano dominati dall’ostro.
| Pasquale Coppin – Discorsetti IV Sulla agricoltura nella provincia di Padova – 1818 |
Bello vero?